12/04/2016
Con la nuova normativa del Governo, prima di mettere una casa all'asta, la banca dovrà aspettare la 18a rata insoluta. Inoltre, il passaggio dell'immobile alla banca comporta l'estinzione del debito anche se il valore di vendita è inferiore al debito residuo. Due importanti interventi a favore del debitore che recepiscono una direttiva UE.
La vendita all'asta di una abitazione è l'ultimo atto di una procedura di pignoramento. Si tratta di una misura limite che il giudice emette solo quando non esistono alternative percorribili affinché il debitore restituisca al creditore le somme dovute. Nel caso dei mutui, il creditore è ovviamente la banca e il debitore è il mutuatario che non riesce a pagare le rate. Ma quando scatta esattamente l'asta immobiliare?
Il debitore avrà più tempo
per "rientrare" prima che parta l'asta giudiziaria.
Fino ad oggi, bastavano 7 rate non pagate, anche non consecutive, per mettere all'asta la casa del debitore inadempiente. Nella nuova normativa prevista dal Governo italiano, che recepisce una direttiva UE, le rate salgono invece a 18. La casa può essere pignorata e poi venduta solo dopo 18 rate mensili insolute. Si tratta di una norma pensata per dare maggiore respiro al debitore. Una soglia temporale più alta che gli permette di "rientrare" dal debito senza rischiare di perdere la casa dove abita, spesso insieme alla famiglia.
Con la vendita all'asta immobiliare,
il debito si considera estinto.
L'intervento legislativo favorisce il debitore anche nel caso in cui la casa venga poi effettivamente messa all'asta. Fino ad oggi, se il ricavato della vendita non era sufficiente a compensare il credito della banca, la posizione debitoria rimaneva aperta per la differenza. Nella nuova normativa, invece il debitore non dovrà pagare più nulla.
Molti aspetti di questa nuova normativa sono ancora in discussione e il suo impatto sul sistema mutui e sul mondo delle aste immobiliari è ancora tutto da valutare. Vi terremo aggiornati, come sempre, qui su venditegiudiziali.it